La piadina romagnola: origini e curiosità

Dalle tavole della Romagna ai chioschi di tutta la riviera adriatica, la piadina romagnola è pian piano diventata famosa in tutto il mondo. Ecco le tappe del viaggio di questo amatissimo street food tutto italiano!

Com’è fatta una vera piadina romagnola

La piadina, anche chiamata piada, pieda, pida o piè a seconda dei vari dialetti locali, è una specialità preparata a base di farina di frumento. Questo ingrediente è tipico della Romagna, in particolare nelle province di Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. 

La piadina romagnola è, quindi, una sfoglia circolare e sottile, che viene generalmente mangiata da sola in sostituzione del pane o con qualsiasi ingrediente come farcitura: con salumi, formaggi o verdure nella versione salata e con creme spalmabili, frutta o marmellata nell’alternativa dolce.

Le origini di questo piatto, però, sono complesse, antichissime e ricostruite grazie a varie ricerche.

Le origini della piadina romagnola

La prima rudimentale versione della piadina fu ideata dagli Etruschi, da sempre pionieri della coltivazione e lavorazione dei cereali. La loro tradizione culinaria, infatti, è ricca di prodotti come le “sfarinate”: sfoglie sottili ottenute dall’impasto di acqua e farina senza lievito, molto simili alle attuali piadine romagnole.

Una variante delle sfarinate, cotta anch’essa su piastre di metallo o pietra, si diffuse anche nell’Antica Roma. Era un piatto destinato solo ai ceti più ricchi, in quanto prevedeva un consumo immediato. Al contrario, dopo qualche ora dalla cottura diventava troppo duro e, quindi, non adatto al popolo più povero che ricercava piatti che potesse conservare a lungo.

Il cibo del popolo

Nel Medioevo, invece, la piadina divenne il vero e proprio cibo dei poveri. La popolazione più agiata, infatti, poteva permettersi i prodotti lievitati, mentre le piadine e le sfarinate, prodotte senza lievito e con farine poco pregiate, divennero una vera esclusiva del popolo meno abbiente.

Per questo nel tempo la piadina romagnola è stata a lungo considerata un “pane rude”, povero, diffuso prevalentemente tra i contadini che, spesso, rinforzavano l’impasto con legumi e ghiande per renderlo più nutriente e sfamarsi con facilità.

Il legame con la Romagna

La storia della piadina, però, non può prescindere dalla Romagna. È in questo territorio che da piatto preparato a base di farina di frumento e strutto di maiale, si è evoluta fino a diventare il moderno street food che tutti conosciamo e amiamo.

Giovanni Pascoli, originario di San Mauro di Romagna, la definì “il pane, anzi il cibo nazionale dei Romagnoli”. 

Ciò testimonia sia il suo uso come sostituto del pane classico, sia l’enorme diffusione nella regione.

L’evoluzione della piadina romagnola

La rivalsa della piadina inizia nel Novecento e in particolare nel secondo dopoguerra, quando questo piatto povero e tipico solo della Romagna si diffonde pian piano sulle tavole di tutta Italia e non solo.

Grazie all’avvento dei “piadinari”, piccoli chioschi che costeggiavano le vie romagnole, inizia la vera e propria produzione artigianale di questo prodotto.

È così che la piadina romagnola viene conosciuta e amata da tutti i turisti della riviera adriatica e portata nei chioschi di street food dell’intera penisola.

Farciture e diffusione

Certo, nella piadina romagnola può essere davvero inserito qualsiasi ingrediente. Non si fanno distinzioni, è sempre tutto buonissimo.

Eppure, il condimento perfetto, quello tradizionale e irrinunciabile è: prosciutto crudo, rucola e squacquerone, un tipico formaggio romagnolo.

Le piadine, però, non sono tutte uguali. Nelle differenti zone della Romagna vengono preparate in maniera leggermente diversa. A Rimini e Riccione è più grossa e spessa, mentre nel nord della Romagna maggiormente sottile. Ma ovunque sono diffuse diverse declinazioni, come ad esempio le più famose: cassone e rotolo. 

Cassone o rotolo

Il cassone (o cascione o crescione) è la piada farcita e chiusa al momento della cottura con una forchetta. Il rotolo, invece, è una forma più recente e meno tradizionale, con un impasto leggermente più sottile che ne permette la piegatura.

Entrambi vengono solitamente riempiti con erbe di campo, pomodoro e mozzarella, patate e salsiccia o anche con la zucca. Sempre diversa, ma sempre deliziosa e pronta ad accontentare proprio tutti.

In entrambi casi c’è un’unica certezza: la piadina romagnola rappresenta lo street food per eccellenza. Un prodotto che dal basso è riuscito grazie all’innovazione e alla visione dei romagnoli a farsi strada nel mondo.

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