La trippa a Firenze e in generale in tutta Italia è ormai un piatto tipico della nostra tradizione culinaria. Cibo povero ma ricco a livello nutrizionale deve sicuramente gran parte della sua fama al capoluogo toscano e al modo in cui i fiorentini l’hanno resa così prestigiosa e prelibata. Tuttavia, le origini della trippa sono ben più antiche, per questo scopriamo insieme le tradizioni e le curiosità su questo piatto.
Trippa a Firenze: la tradizione popolare
Cos’è la trippa? Una carne che deriva da una o più parti dello stomaco bovino, conosciuta come cibo povero della tradizione popolare e divenuta sempre più preziosa nel corso del Medioevo. Le sue origini risalgono ai tempi degli antichi greci e romani: i primi la cucinavano alla brace, mentre i secondi la utilizzavano come ripieno per le salsicce.
Come anticipato, però, sono stati i fiorentini a rendere la trippa un piatto noto e apprezzato oltre i confini nazionali.
La trippa a Firenze dalle ciotole dei gatti alle tavole fiorentine
Inizialmente questo alimento era considerato solo uno scarto, uno dei tanti avanzi provenienti dai macellai. Di conseguenza non stupisce la sua principale destinazione: le ciotole per i gatti. Nel tempo, però, aumenta la curiosità intorno a questo piatto e i sospetti sulle possibili soluzioni per cucinarlo.
Così nel secondo dopoguerra, in una Firenze sempre più alla ricerca di cibi economici, iniziano a diffondersi alcuni carretti che fornivano trippa fresca cucinata in brodo.
Il salto dalle ciotole dei gatti a quello sulle tavole dei fiorentini è ufficialmente compiuto.
Storia e ricetta della trippa a Firenze
Pian piano i carretti si stabiliscono in alcuni punti fissi della città. La trippa diventa molto comune e i fiorentini iniziano a soffriggerla con il pomodoro e a servirla aggiungendo un po’ di pepe. Questa ricetta ha segnato la svolta più importante, il momento della gloria eterna.
Oggi esistono diverse tripperie in tante regioni italiane, in particolare a Roma, Genova e Milano, che preparano versioni rivisitate anche solo parzialmente rispetto al piatto fiorentino.
Principalmente la trippa a Firenze e in tutta Italia viene venduta già pulita e tagliata, ma è preferibile lasciarla a bagno per almeno mezz’ora con degli spicchi di limone e poi passarla sotto l’acqua corrente fredda.
Inoltre, al contrario di quanto si pensa comunemente, la trippa è un alimento ricco a livello nutrizionale (18% di proteine e 4% di grassi), ma anche molto digeribile. L’associazione con un piatto “pesante” e poco digeribile è dovuta solo all’abbondanza di condimenti usati nelle diverse ricette.
Curiosità e modi di dire sulla trippa
Sai che esiste una Giornata Mondiale della Trippa? Ebbene sì, il 24 ottobre si festeggia questo piatto tipico della tradizione culinaria italiana, particolarmente rinomato in autunno.
Ma non è tutto, perché alla trippa sono state dedicati nel corso dei secoli anche libri, poesie e opere d’arte. Nella letteratura italiana, ad esempio, la prima testimonianza risale al 1800.
E se la trippa a Firenze è diventata una specialità irrinunciabile, a Roma e Milano ha dato vita anche a dei modi di dire entrati poi nella tradizione italiana.
Nel capoluogo meneghino la trippa è chiamata anche busecca, da cui deriva busecconi, il termine riservato in tono scherzoso ai milanesi che amano mangiarla spesso.
A Roma, invece, è nato il rinomato detto “non c’è trippa per gatti”, pronunciato secondo la tradizione agli inizi del ‘900 dal sindaco Ernesto Nathan, che decise di cancellare dal bilancio comunale l’acquisto mensile della trippa. Questo alimento, fondamentale per il mantenimento della colonia di gatti randagi che scacciava i topi dal Campidoglio, era ormai divenuto troppo costoso.
Fortunatamente sia il detto sia soprattutto il piatto sono sopravvissuti fino ai nostri giorni, così dopo aver scoperto origini e curiosità, possiamo goderci una prelibata trippa a Firenze, a Roma, a Milano e in tutta Italia.