“Quella gran forma di focaccia”: storia e tradizione della pinsa romana

C’è un cibo che più di tutti gli altri è avvolto nel mistero. Si tratta della pinsa romana, la pizza dalla forma rettangolare tipica di Roma. Non sono chiare le sue origini. Alcuni dicono che le prime ricette risalgono ai tempi dei romani, mentre altri dicono che sia nata addirittura prima.

Quello che si sa per certo è che è nata dai contadini e da un mix di farine. Un tempo i sacchi di farina erano davvero preziosi e da lì nacque proprio la Pinsa. Un prodotto perfetto per lo street food: una pizza leggermente più piccola e dalla forma diversa. In poche parole, un impasto a lunga lievitazione che forma a una vera delizia.

Ai tempi dell’Antica Roma era un piatto popolare delle famiglie contadine che la usavano come pane per accompagnare le pietanze principali. Con il tempo poi è diventato un alimento addirittura gourmet.

La storia

È simile sia una focaccia che a una pizza. Virgilio, nell’Eneide, la chiamava “gran forma di focaccia” e proprio questa è una delle prime testimonianze che si ha di questo prodotto che senza dubbio deriva dalle tradizioni popolari. Si racconta che il poeta, stremato da un lungo viaggio, venne accolto nel Lazio e cibato proprio con questa strana “focaccia”.

L’origine del nome deriva dalla forma che i contadini le avevano dato, ossia quella di una focaccia schiacciata. Il nome proviene, infatti, dal latino “pinsere“, ossia “schiacciare”. 

Ci sono vari condimenti e sono molto simili a quelli della pizza. Inizialmente, era famosa solo nelle zone vicino Roma, ma con il passare del tempo la pinsa si è fatta conoscere anche all’estero. E gran parte del merito è proprio dei truck che hanno fatto percorrere chilometri a questo prodotto in giro per il mondo.

Però per conoscere la pinsa dei giorni nostri dobbiamo arrivare agli anni 2000. Nella Capitale, Corrado di Marco, studia per primo questo prodotto aggiornandolo con nuovi impasti e farine. E ora girando per le vie di Roma, è pieno di locali che offrono pinse. Locali che si riconoscono dal profumo e dalle insegne colorate.

Spesso vi abbiamo parlato di innovazione e anche in questo caso bisogna parlarne. La pinsa è la base perfetta per costruire qualcosa di innovativo e di super gustoso. Oggi parliamo di uno dei prodotti più imitati e mangiati al mondo, fatto con un impasto di farina di riso, frumento, soia con lievito madre naturale e un pizzico di sale. Spesso la si mangia con gli affettati, soprattutto la mortadella, ma è stato dato spazio anche ad una lunga varietà di formaggi, di verdure e di ingredienti “particolari”. Pistacchio, salmone, ma anche la versione rivisitata dei piatti di pasta tipici romani in formato pinsa: carbonara e amatriciana. 

Le ricette che si possono gustare in giro per l’Italia sono moltissime, frutto del sapiente abbinamento di prodotti diversi. In sostanza, la tradizione al servizio delle novità nel contesto di una cucina in continua evoluzione.

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