Nella vita di un fiorentino o di un qualsiasi turista a Firenze prima a poi arriva quel momento: l’assaggio del lampredotto toscano. Street food acclamato e desiderato in tutta Italia, conosciuto per la particolarità, la bontà e la semplicità che lo contraddistinguono. Una delizia per il palato che merita di essere provata!
Lampredotto toscano: lo street food per eccellenza
Lampredotto Firenze è ormai un’istituzione, un legame indissolubile tra la città e un panino che la rappresenta a pieno. È nato qui, tra le strade del capoluogo toscano, che ancora oggi ne conservano gelosamente i segreti. Tante versioni diverse di un unico piatto, ma nessun dubbio: è davvero squisito.
Trippa e lampredotto sono la stessa cosa?
Si può correre il rischio di confondere trippa e lampredotto, ma in realtà sono due piatti differenti con un’origine in comune: lo stomaco dei bovini.
Il lampredotto, però, è ricavato in particolare dall’abomaso, uno dei quattro stomaci dei bovini. Composto da una parte magra, la gala, che prende il nome dalle gale, piccole creste viola che gli donano il tipico sapore intenso e deciso, e una parte grassa, la spannocchia, che ha un colore più tenue e un gusto delicato.
Le due parti del lampredotto toscano danno vita a un’esplosione di sapori intensi e tonalità di viola accese.
Lampredotto Firenze: nome e curiosità
Il nome “lampredotto” deriva, secondo la tradizione, dalla Lampreda, un vertebrato acquatico appartenente alla famiglia degli Agnati, un tempo molto diffusi nelle acque del fiume Arno.
La bocca della lampreda, infatti, è molto simile all’abomaso e per questo ancora oggi questo street food tradizionale è conosciuto come lampredotto.
Secondo una versione differente, invece, questo nome è stato scelto perché nella Firenze del 1300, soltanto i cittadini più ricchi potevano permettersi la lampreda. Così, nei pranzi consumati fuori casa la domenica, la maggior parte della popolazione meno abbiente scelse di mangiare il lampredotto. Grazie, infatti, all’incredibile somiglianza tra questa prelibatezza cotta e la lampreda, i fiorentini fingevano di consumare la squisita pietanza accessibile soltanto al ceto più ricco della popolazione.
Dalla storia all’attualità del lampredotto toscano
Indipendentemente dall’origine reale del nome, dal lampredotto toscano nasce una vera e propria professione: i “lampredottai”, coloro che si occupano di questo street food in vari punti del capoluogo fiorentino e, più in generale, della Toscana.
Maestri dell’arte del cibo di strada che, all’interno di questi chioschi, danno vita a dei piatti squisiti nei quali il lampredotto è l’assoluto protagonista.
Servito da solo o in compagnia di pane, salse, pomodoro, cipolla, prezzemolo e sedano ad esempio, semplicemente bollito o in “zimino”, ovvero in umido.
La versione più amata è, però, sempre la classica: lampredotto tagliato e servito in un panino toscano salato, chiamato in gergo semelle, accompagnato da una salsa verde a base di prezzemolo e acciughe.
Ricetta lampredotto: cosa c’è da sapere
Al contrario di quanto si possa pensare, il lampredotto toscano non è un piatto “grasso” o ipercalorico. È famoso proprio per essere uno spuntino che non appesantisce. Si stima infatti che un panino con il lampredotto contenga circa 96 Kcal.
Le ricette sono numerose, ma in ogni versione il lampredotto toscano è tra le eccellenze dello street food italiano.
E poi è facile riconoscerlo e innamorarsene. Basta passeggiare per le vie di Firenze, sentirne il profumo, guardare i lampredottai bagnare i panini nel brodo prima di servirli e ascoltare l’amore che manifestano i fiorentini per il loro street food per eccellenza.